A cosa serve questa storia?
Lo storico della cultura Henry Louis Gates ha scritto: Le persone capiscono sé stesse e il mondo attraverso narrazioni – racconti trasmessi da insegnanti, giornalisti, ‘autorità’ e altri produttori di senso comune. E usano contro-narrazioni per contestare quella realtà dominante e i presupposti su cui si regge.[1]
In questi tempi di rigurgiti reazionari che impongono, anche e soprattutto a chi lavora con la Storia, di prendere parola pubblica, in cui il neo ministro degli Interni, Matteo Salvini, dichiara guerra a profughi e rifugiati, riteniamo che questa storia potesse servire proprio in tal senso.
Lucy, “Mecha”, “Mono”, David sono quattro esponenti di almeno tre generazioni e oltre 1 milioni di cileni che hanno conosciuto l’esilio politico e la condizione di rifugiati.
Loro, che hanno dovuto abbandonare il proprio paese, le famiglie, gli studi e il lavoro, per ripartire da zero in un paese che sì li ha accolti (come oggi non farebbe mai), ma dove la fatica (materiale e psicologica) dell’esilio l’hanno pagata con il proprio sudore.